Per la prima volta nella sua storia, la città di Tunisi avrà un sindaco donna. Si tratta della 53enne Souad Abderrahim, farmacista e madre di famiglia, eletta lo scorso maggio tra le file del partito islamista Ennahda e confermata nelle scorse ore alla guida del municipio della capitale tunisina. Per Abderrahim, che al tradizionale velo musulmano preferisce il tailleur occidentale, la sua elezione rappresenta "un evento storico in grado di rischiarare l’immagine del Paese". Di idee piuttosto conservatrici, specialmente in materia di famiglia – nel 2011, per aver sostenuto che "la famiglia non dovrebbe essere formata al di fuori dei vincoli del matrimonio", la Abderrahim venne addirittura aggredita all’esterno del Palazzo dell’Assemblea costituente – il neo sindaco ha riaffermato a più riprese la propria indipendenza, dichiarando di non essere né di destra né di sinistra. A metà degli anni Ottanta, mentre studiava Medicina alla facoltà di Monastir, Saud Abderrahim finì in carcere per aver partecipato a uno scontro studentesco tra islamisti e simpatizzanti di sinistra, un episodio che – insieme ad altri - la costrinse a rinviare la conclusione dei suoi studi, terminati definitivamente nel 1992. Negli anni di militanza studentesca, culminati con la fondazione dell’Unione generale degli studenti tunisini, la Abderrahim cercò di promuovere una pacifica riconciliazione tra gli studenti in lotta tra loro, superando le contrapposizioni ideologiche con lo scopo di "servire gli interessi degli studenti in generale". "La mia elezione dimostra che le donne sono capaci di stare al primo posto. Dedico questa vittoria alla Tunisia e al successo delle donne tunisine", ha affermato il neo sindaco dopo la sua elezione.
Autore: Riccardo Intini