La tornata elettorale in Israele si è conclusa con il trionfo di Benyamin Netanyahu e della coalizione di destra, capace di aggiudicarsi ben 65 seggi su 120 (il centrosinistra, guidato da Benny Gantz, si è fermato a 56). Netanyahu si avvia dunque verso il suo quinto mandato da premier, un’impresa storica che non era riuscita nemmeno a David Ben Gurion, il fondatore dello Stato di Israele.
La vera batosta è stata quella subita dai laburisti di Avi Gabbai, ai quali vanno soltanto sei seggi, ma anche dai piccoli partiti di destra, come la “Nuova Destra” del ministro Naftali Bennett. Il presidente americano, Donald Trump, si è immediatamente complimentato per la vittoria di Netanyahu, definendolo “un grande alleato e un grande amico”, mentre i palestinesi hanno affermato che “Israele ha scelto un parlamento di destra e razzista”. Nei prossimi giorni, il presidente Reuven Rivlin darà il via alle consultazioni con i partiti e affiderà a Netanyahu il compito di formare il nuovo governo.
“Ancora una volta, il popolo di Israele ha premiato la fermezza di Netanyahu nel contrasto al terrorismo palestinese – afferma Stefano Maullu, europarlamentare di Fratelli d’Italia; - Israele, unico avamposto di democrazia in Medio Oriente, sarà guidato ancora una volta da un leader carismatico a cui interessa soprattutto lo sviluppo economico del Paese, la difesa dei suoi confini e della sua sicurezza, la tutela della sua identità.
La vittoria di Netanyahu rappresenta anche la miglior risposta per tutti coloro che tifano contro Israele, che vorrebbero vederla distrutta, alimentando pericolosamente i sentimenti antisemiti che appaiono in continua crescita, specialmente in Europa. Dal mio punto di vista – conclude – Israele è da considerare a tutti gli effetti parte integrante dell’Europa, per cui deve essere difeso e sostenuto con ogni mezzo”.
Autore: Redazione BeGlobal