Il presidente turco Erdogan, negli scorsi giorni, è tornato con insistenza sullo scottante tema delle esplorazioni energetiche al largo dell’isola di Cipro, ribadendo la determinazione della Turchia a “rimettere a posto chiunque voglia fermarci”. L’avvertimento è giunto a pochi giorni di distanza dall’annuncio, da parte di Eni e Total, relativo alla presentazione di un’offerta congiunta per le esplorazione e il successivo sfruttamento delle risorse naturali al largo di Cipro, l’isola del Mediterraneo orientale tuttora divisa in due parti ben distinte: lo Stato membro dell’UE, governato dai greco-ciprioti, e la Repubblica Turca di Cipro del Nord, riconosciuta soltanto dalla Turchia. Lo scorso febbraio, alcune esplorazioni al largo dell’isola avevano già creato momenti di tensione tra Ankara e la comunità internazionale, in particolare a causa delle minacce rivolte alle imbarcazioni coinvolte nelle operazioni. Secondo Erdogan, le esplorazioni al largo dell’isola metterebbero a rischio Cipro e la stessa Grecia, e danneggerebbero gli interessi di Cipro del Nord. Per il leader turco, chi osa sfidare la Turchia nelle questioni energetiche è a tutti gli effetti “un bandito del mare”. “L’atteggiamento avventato della Grecia, appoggiato dagli Stati europei, assieme all’amministrazione greco-cipriota è un pericolo e innanzitutto una minaccia per loro stessi – ha affermato Erdogan negli scorsi giorni; - Useremo sino alla fine i nostri diritti in base alla legge internazionale e alle convenzioni. E siamo determinati a rimettere al suo posto chiunque voglia fermarci. Approfittare è male, approfittare nelle relazioni internazionali è molto peggio”.
Autore: Riccardo Intini