Nonostante la crisi libica appaia in netto peggioramento, con il generale Haftar che annuncia di trovarsi a 11 chilometri da Tripoli, l’Ue continua a dimostrarsi incapace di trovare una soluzione accettabile, limitandosi a deboli dichiarazioni di circostanza in appoggio agli altrettanto timidi appelli delle Nazioni Unite. L’avanzata delle truppe di Haftar ha già costretto 5mila persone ad abbandonare le città che si trovano nell’area periferica di Tripoli, e la situazione sembrerebbe destinata a peggiorare. La Francia, nel frattempo, ha bloccato un progetto di dichiarazione dell’Ue che chiedeva al generale Haftar di fermare la sua avanzata contro Tripoli e le posizioni governative.
Nella giornata di martedì, attraverso le parole di un portavoce del servizio di azione esterna, l’Ue ha ribadito di appoggiare l’invito delle Nazioni Unite a promuovere un immediato cessate il fuoco tra le parti – le forze del generale Khalifa Haftar e le milizie fedeli al governo di accordo nazionale di Serraj -, in maniera tale da tornare il prima possibile al tavolo dei negoziati. La posizione dell’Ue sembra chiara: attendere che le acque si calmino, per poi organizzare l’ennesima Conferenza con la quale si cercherà di trovare una soluzione politica per la crisi in Libia. L’Alto rappresentante Ue Federica Mogherini, negli scorsi giorni, aveva ribadito che l’Ue “si aspetta che tutte le parti e tutti gli attori regionali evitino un’ulteriore escalation militare”. Davvero troppo poco, per una minaccia che riguarda direttamente le frontiere meridionali dell’Ue, Italia inclusa, e che negli scorsi giorni è stata ulteriormente aggravata da un attacco dell’Isis a Foukaha, nella parte centrale del Paese.
“Che cos'altro deve succedere, perché l'Ue muova un dito e inizi a difendere concretamente le sue frontiere meridionali, specialmente l'Italia? Dopo l'attacco dei jihadisti, l'Ue deve intervenire immediatamente, senza perdere altro tempo – ha affermato Stefano Maullu, europarlamentare di Fratelli d’Italia; - "Non è più il tempo delle dichiarazioni di circostanza, ora è arrivato il momento di agire. L'Ue deve dire agli italiani come intende proteggere le frontiere meridionali, minacciate dal rischio di una nuova invasione e ora anche dallo Stato Islamico. L'Ue esca dal proprio torpore e inizi ad attivarsi per la sicurezza dei propri cittadini, non c'è un momento da perdere".
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Autore: Redazione BeGlobal