Milano – Dal confronto geopolitico tra Italia e Francia, e dalle sue dirette conseguenze, dipenderanno le sorti geopolitiche di un’intera regione, dal Mediterraneo all’Africa settentrionale. Di tutto ciò si è discusso pochi giorni fa al Palazzo delle Stelline di Milano, dove l’eurodeputato Stefano Maullu (Forza Italia) ha organizzato l’evento intitolato “Francia Vs Italia: la collisione degli interessi strategici e la politica geopolitica”. Nel corso dell’evento, a cui hanno preso parte anche Gian Micalessin – reporter de “il Giornale” – e i docenti universitari Carlo Pelanda e Michela Mercuri, si è discusso inevitabilmente anche della Libia e dell’intervento militare del 2011, un momento cruciale dal quale sono scaturite delle conseguenze devastanti anche per l’Italia.
“La competizione tra Italia e Francia parte da lontano: i due Paesi si considerano gemelli, ma in realtà non lo sono mai stati – afferma l’eurodeputato Stefano Maullu a margine dell’evento; - La potenza francese si esprime sul piano politico, economico e militare, e sembra individuare nell’Italia il suo principale avversario. Per tornare protagonisti, è necessario che l’Italia riscopra la determinazione e la tenacia di un uomo come Enrico Mattei, che riuscì a creare le migliori condizioni per fare politica attraverso uno strumento economico di assoluto rilievo. In quel modo, il nostro Paese seppe ritagliarsi un ruolo determinante nello scacchiere geopolitico del Mediterraneo. È esattamente ciò che serve all’Italia in questa fase: più determinazione, più decisione, in modo tale da tornare ad avere un ruolo da protagonista nel confronto con la Francia nel Mediterraneo”.
Secondo Michela Mercuri, docente e analista di politica estera, la competizione tra Italia e Francia nel Mediterraneo risale al 1881, quando i francesi imposero il protettorato sulla Tunisia. Il confronto si sarebbe ripetuto anche nel 1971, quando Italia e Francia cercarono di vendere armi alla Libia di Gheddafi, e sarebbe definitivamente esploso nel 2011, in occasione dell’intervento militare voluto dai francesi in Libia. “Abbiamo pagato per condurre una guerra contro i nostri interessi, perdendo la credibilità che avevamo accumulato negli anni”, ha ricordato Michela Mercuri. Per il professor Pelanda, docente di economia e geopolitica economica, il ritorno del protagonismo italiano nel Mediterraneo dipenderà anche da una ridefinizione dei rapporti italiani con l’Europa. “L’Unione Europea è un’alleanza tra nemici, con continue esplosioni di guerre per gli interessi nazionali. È ora che l’Italia se ne accorga”. L’opinione è parzialmente condivisa anche dal giornalista Gian Micalessin, che sembra avere le idee abbastanza chiare sull’esito del confronto tra Roma e Parigi. “La partita tra Italia e Francia può concludersi con un pareggio, ma soltanto se saremo in grado di definire una politica in grado di difendere i nostri interessi”.
Autore: Riccardo Intini