L’ esito delle elezioni legislative in Libano, culminate con l’affermazione di Hezbollah e delle altre formazioni filo-iraniane, potrebbe rappresentare un colpo durissimo soprattutto per Israele, che sarà costretto ad assistere al rafforzamento di forze sciite alleate dell’Iran, il suo nemico esistenziale.
Lo Stato ebraico deve già misurarsi con la minaccia iraniana proveniente dalla vicina Siria (alleata dell’Iran), che potrebbe essere utilizzata da Teheran come una sorta di piattaforma per colpire obiettivi israeliani, mentre il consolidamento del potere di Hezbollah in Libano – a sua volta confinante con la nazione ebraica – potrebbe rappresentare un’ulteriore minaccia per la sicurezza interna di Israele, alimentando indirettamente la sua sindrome da accerchiamento.
Secondo Ali Akbar Velayati, consigliere per gli affari internazionali dell’Ayatollah Ali Khamenei, il grande risultato di Hezbollah alle elezioni “completa i successi militari ottenuti in Siria, e rappresenta un successo nella lotta contro Israele e i suoi alleati, tra i quali gli Stati Uniti”. Insieme all’Iran sciita, gli Hezbollah libanesi sono impegnati da anni anche nel conflitto siriano, e sono uno dei principali alleati della Siria di Bashar Al Assad.
Nonostante l’avanzata inarrestabile delle forze filo-iraniane,tuttavia, con ogni probabilità il premier del Libano resterà il saudita Saad Hariri, leader del partito Futuro. Secondo la Costituzione libanese, infatti,il premier deve essere obbligatoriamente un musulmano sunnita, mentre le altre cariche – presidente del Parlamento e Capo dello Stato – sono assegnate a sciiti e a cristiani maroniti.
Alle elezioni libanesi – le prime dal 2009 – si fronteggiavano due schieramenti opposti: il primo, che ha conquistato un terzo dei seggi, è quello che comprende Hezbollah, il partito Amal e la forza cristiana “Corrente patriottica libera”, mentre il secondo, quello dei filo-sauditi, ha conquistato poco più di 20 seggi in Parlamento, perdendone circa un terzo. Il partito di Hariri resta la prima forza politica sunnita in Parlamento, ma la maggioranza – salvo imprevisti – passerà alla coalizione filo-iraniana, che potrebbe assicurarsi 67 seggi su 128.
Con ogni probabilità, al saudita Hariri sarà assegnato il compito di formare un governo di unità nazionale che possa tutelare il Libano dalle conseguenze degli scontri regionali tra sciiti e sauditi.
“L’Onu auspica la rapida formazione di un governo in Libano per garantire la stabilità del Paese”, ha affermato nelle scorse ore Stephane Dujarric, portavoce dell’Onu. “Il Libano – afferma Saad Hariri – può essere solo governato da tutte le sue componenti politiche, e chi dice il contrario inganna se stesso. Dobbiamo lavorare insieme per costruire il Paese”.
Autore: Riccardo Intini