Il
ministro degli Esteri francese, Jean-Yves Le Drian, ha annunciato un importante
aumento del budget a disposizione dell’AFD, l’Agenzia francese per lo Sviluppo,
che nel 2019 raggiungerà una cifra pari al miliardo di euro. Secondo il
ministro, la maggior parte degli aiuti sarà concessa a nazioni “povere e
fragili”, specialmente in Africa. L’annuncio di Le Drian è giunto a poche ore
di distanza dal termine del summit di Pechino tra la Cina e i Paesi africani –
in cui Xi Jinping ha promesso altri 60 miliardi di aiuti ai Paesi dell’Africa –
ed è stato interpretato come una risposta diretta alla strategia cinese per il
Continente Nero, già concretizzatasi in 115 miliardi di dollari di crediti
concessi dal 2000 al 2016. “Stiamo reinventando la logica della politica
francese di cooperazione allo sviluppo, concentrandoci su paesi poveri e
fragili. Nel 2019 un budget di un miliardo di euro sarà destinato alle donazioni,
contro 300 milioni oggi”, ha affermato Le Drian.
In realtà,
la Francia sta cercando in tutti i modi di riguadagnare peso politico ed
economico nel continente africano, rafforzando la propria influenza con aiuti
finanziari e promesse di sostegno allo sviluppo economico. Pechino, da parte
sua, ha incluso l’Africa nel mastodontico progetto logistico-infrastrutturale
denominato BRI, Belt and Road Initiative,
e ha promesso altri 60 miliardi di aiuti per finanziare otto progetti di
collaborazione con i Paesi africani. Il presidente Xi Jinping, illustrando nel
dettaglio il piano di aiuti, ha garantito anche l’azzeramento del debito
contratto con la Cina da alcune delle nazioni più povere dell’Africa,
aggiungendo che “la cooperazione tra Cina e Africa non ha precondizioni
politiche, perché la Cina non interferisce negli affari interni africani e non
vuole imporre la propria volontà”. In tutto, la Cina ha già finanziato più di
3mila progetti infrastrutturali in tutta l’Africa, e la cifra sembrerebbe
destinata ad aumentare.
Autore: Riccardo Intini