Negli scorsi giorni, a margine dell’Eastern Economic Forum di Vladivostok, Vladimir Putin ha proposto al Giappone un accordo di pace “entro la fine del 2018, senza alcuna condizione”. Dalla fine della seconda guerra mondiale, la firma di un trattato di pace tra Mosca e Tokyo è stata ostacolata dalla disputa sulle isole Curili, nel Pacifico settentrionale, occupate dalla Russia al termine del conflitto e rivendicate dal Giappone. L’offerta di Putin – alla quale il primo ministro giapponese, Shinzo Abe, non ha ancora risposto – ha sollevato numerosi interrogativi di natura geopolitica, soprattutto se si considera il crescente avvicinamento tra Russia e Cina sul piano della cooperazione, specialmente dal punto di vista militare (in questi giorni, nella Russia orientale sono in corsole esercitazioni militari “Vost ok 2018”, le più imponenti dai tempi della Guerra fredda, alle quali stanno partecipando anche migliaia di soldati cinesi).
Poco prima dell’intervento di Putin all’Eastern Economic Forum, Shinzo Abe aveva parlato delle relazioni tra Giappone e Russia, definendole “anormali”. Ad inizio settembre, riferendosi alla difficoltà del contesto di sicurezza con cui è costretto a convivere il Giappone, il ministro della difesa Itsunori Onodera aveva citato la Corea del Nord, la Cina e la Russia, parlando esplicitamente delle attività militari di Mosca e Pechino. “La Cina ha rapidamente esteso la sua forza di azione e intensificato le sue attività militari negli spazi marittimi e aerei nei pressi del nostro Paese, quindi è diventata una delle principali preoccupazioni", ha affermato negli scorsi giorni il ministro giapponese.
Shinzo Abe e Xi Jinping, il presidente cinese, si sono incontrati negli scorsi giorni a Vladivostok, e avrebbero deciso di organizzare una visita a Pechino del primo ministro giapponese per il mese di ottobre, in occasione del quarantesimo anniversario del trattato di pace tra i due Paesi. Nonostante le dispute di Pechino e Tokyo sulle isole Senkaku, rivendicate dalla Cina, i due leader avrebbero confermato la propria reciproca disponibilità a cooperare per la risoluzione della questione nucleare nordcoreana. Fino a un mese fa, dunque, il Giappone considerava le manovre militari russe con apprensione, inserendole trai suoi principali motivi di preoccupazione. Il fatto che Putin proponga un’offerta di pace a Tokyo, da sempre contrapposta a Pechino da un’acces a rivalità, è quantomeno curioso. Dalle modalità con cui il Giappone gestirà questa offerta, con ogni probabilità, dipenderanno gli equilibri strategici e geopolitici di un’intera regione, dall'oriente russo al Pacifico.
Autore: Riccardo Intini