Le autorità militari degli Stati Uniti, nelle scorse ore, hanno annunciato di aver catturato la cittadina afghana di Gurgoray, una delle roccaforti dello Stato islamico nella provincia orientale di Nangarhar. L’operazione – come comunicato dall’esercito statunitense – era iniziata ad aprile, e avrebbe coinvolto 600 unità di forze speciali americane e tre commando di militari afghani. Nel corso dell’offensiva, portata a termine con la collaborazione dei Berretti Verdi, le truppe alleate hanno eliminato ben 167 militanti dell’IS-KP, la costola afghana dello Stato Islamico.
Per il gruppo terrorista - che ha già perso alcuni dei suoi leader più importanti, specialmente nel nord del Paese – si tratta di un colpo durissimo, soprattutto se si considera la posizione strategica della roccaforte. Gurgoray si trova infatti a pochi chilometri dal confine con il Pakistan, nella valle di Deh Bala, una località che era già stata utilizzata come rifugio dai talebani e da al-Qaeda. La città, situata a poco più di venti miglia a sud di Jalalabad – dove i terroristi hanno recentemente compiuto diversi attentati – era anche un centro fondamentale per i rifornimenti degli estremisti, provenienti soprattutto dal vicino Pakistan e dalla ricca valle del Deh Bala.
Secondo quanto si è appreso nelle ultime ore, gli americani avrebbero ricacciato gli estremisti “tra le montagne”, ottenendo il totale controllo della città e dei principali checkpoints che circondano la valle. L’attacco a Gurgoray, secondo i militari americani, sarebbe stato condotto con una manovra a tenaglia a est e a ovest della città, attraverso bombardamenti aerei coordinati e improvvise incursioni dei Berretti Verdi e dei commando afghani. Uno degli aspetti più interessanti è la composizione etnica degli estremisti: al termine dell’attacco, secondo gli americani, sarebbero stati trovati combattenti dell’Isis di ben dieci nazionalità diverse. Dopo le sconfitte militari degli ultimi mesi – costate agli estremisti circa la metà del loro territorio in Afghanistan – il gruppo sembrerebbe aver dato vita a una nuova roccaforte nel distretto di Pachir Wa Agam, nelle caverne montagnose di Tora Bora.
Autore: Riccardo Intini