La reazione alla lettera ha prodotto una configurazione inedita all’interno del Gruppo di Visegrad: da una parte, l’Ungheria di Orban e la Slovacchia; dall’altra, la Polonia del PiS e la Repubblica ceca di Babiš.

- Per Viktor Orbán, la lettera potrebbe indicare “l’inizio di un dibattito europeo serio […] Nei dettagli certamente abbiamo delle divergenze, ma quello che è più importante di queste visioni differenti è che quest’iniziativa sia un buon punto di partenza per un dialogo serio e costruttivo sulla questione del futuro dell’Europa”.

- In Polonia, l’eurodeputato del partito neonazionalista PiS Ryszard Legato vede nella lettera del presidente francese il panico dei liberali e dei partiti di sinistra.

- In Repubblica Ceca, il primo ministro Andrej Babiš definisce la proposta di Macron come “totalmente avulsa dalla realtà”. “Ho notato che mentre la Francia dice ‘più Europa’, si tratta in realtà di ‘più Francia’. Ma non è questa la strada giusta. Siamo tutti uguali in Europa”.

- Il Primo ministro socialdemocratico slovacco Peter Pellegrini ha accolto con interesse le proposte di Macron.

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In Romania, paese che detiene la Presidenza del Consiglio dell’Ue fino a giugno, il partito socialdemocratico al potere ha manifestato il suo sostegno al presidente Macron. Liviu Dragnea, il capo del partito, non ha mancato l’occasione per attaccare l’opposizione, facendo riferimento in modo piuttosto sorprendente (visto che è stato condannato per abuso di potere e corruzione) alla proposta di un’Agenzia europea per la protezione delle democrazie. “Se il presidente Iohannis legge il messaggio del suo omologo francese, comprenderà che l’odio e la violenza non possono essere considerati delle opinioni politiche”.