La diplomazia europea è impegnata da una settimana in un duro negoziato sottotraccia con gli Stati Uniti su una questione la cui importanza, come il solito, è inversamente proporzionale alla sua visibilità.
Prima di tutto, gli elementi per comprendere il contesto:
- Il generale Haftar è alla testa di una milizia che ha chiamato, con un certo genio politico, Esercito nazionale libico.
- Composto da 75.000 soldati, di origine mista tra militari professionisti e miliziani ribelli, equipaggiati con una grande varietà di sistemi d’arma e di una consistente forza aerea (di origine soprattutto egiziana e degli Eau), l'Enl controlla la grande maggioranza del territorio libico all’infuori di Tripoli, Misurata e il sud tribale.
- Dal 4 aprile, l’esercito nazionale libico ha lanciato un attacco contro Tripoli, dove è basato un governo riconosciuto dalle Nazioni Unite e sostenuto in Europa in maniera particolare dal governo italiano. Leggi il seguito
265 persone sono state uccise e 35.000 sono sfollate (secondo l’Onu).
43.113 rifugiati o richiedenti asilo sono registrati nelle liste dell’Unhcr in Libia.
Nota bene: Le cancellerie europee temono l’inizio di una nuova crisi migratoria.
Attenzione alle forze che sostengono Haftar: in Libia sta sorgendo un’alleanza che potrebbe porre fine a ogni progetto di Europa Mediterranea.
- I Sauditi e gli Emirati Arabi finanziano Haftar, che è riuscito ad avvicinarsi all’Egitto di Al Sisi.
- La Russia di Putin, un imprenditore del disordine nel Mediterraneo, vede di buon occhio questa alleanza.
- Per la Turchia, l’avanzata di Haftar verso la capitale complica i piani di diventare un mediatore importante nel conflitto, parte di una strategia di penetrazione massiccia in Africa che passa anche per il contenimento degli obiettivi degli attori del Golfo Persico. Leggi di più
Soprattutto, Donald Trump ha espresso la settimana scorsa il suo sostegno personale al generale Haftar con una chiamata durante la quale ha riconosciuto il suo ruolo nella lotta contro il terrorismo.
La diplomazia europea sta lavorando per ottenere una smentita formale della Casa Bianca, servendosi di molteplici leve:
- Il precedente. La dichiarazione di Trump sul ritiro dalla Siria non è sopravvissuta alla pressione del Dipartimento di stato e del blocco militare statunitense.
- L’interpretazione corrente a Bruxelles della “crisi populista” attribuisce una responsabilità particolare all’incapacità di dare una risposta alla crisi migratoria nel 2010.
- La vicinanza delle elezioni di maggio potrebbe aumentare la forza politica ai negoziatori europei.
Nota bene: La Francia di Macron è sempre stata particolarmente ambigua nei confronti di Haftar.
- L’Eliseo ha sollevato ripetutamente la necessità di solidarietà europea sul dossier libico.
- Ma la diplomazia francese ha contribuito a far naufragare l’incontro organizzato dall’Italia a Palermo.
Inoltre, Parigi ha ritardato di più di una settimana la dichiarazione dell’Unione contro l’offensiva di Haftar a Tripoli.
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