Lunedì 7 gennaio Luigi Di Maio, Vice-primo ministro italiano, ha manifestato il proprio sostegno ai gilet gialli al grido di "Gilet gialli, non mollate!". Per il momento, il movimento francese sembra voler respingere l’invito a entrare nel gioco politico. Ma il dibattito sulla strutturazione di un movimento anti-establishment non è nuovo. Leggi il seguito
L'offerta di Di Maio, piuttosto irrituale, risponde a delle ragioni di politica interna così come di proiezione all’estero di un modello politico “anti-casta”. Ritrovate qui la nostra analisi (in francese) del post di Luigi Di Maio sul Blog delle Stelle dove propone il suo aiuto ai gilet gialli.
Se il sostegno del governo italiano è una novità recente, fin dalla loro nascita circola il sospetto che dietro il movimento dei gilet gialli ci sia una regia occulta di Mosca. Un coinvolgimento sempre negato dal Cremlino, che a sua volta accusa Trump di voler destabilizzare l'Europa. Leggi il seguito
Quali che siano le simpatie esterne, i movimenti di protesta hanno già dimostrato di sapersi muovere in perfetta autonomia. Leggi la nostra inchiesta di dicembre (in francese)
Prendi nota: il movimento dei gilet gialli è stato ripreso nei paesi vicini e in Croazia, e vi si sono ispirati i movimenti anti-immigrazione nel Regno Unito e in Svezia. Il simbolo del gilet giallo, così come il riferimento alla Francia, sono stati ugualmente ripresi nei paesi dell'Europa centrale e dei Balcani senza riuscire a imporsi nelle principali manifestazioni di Vienna o di Budapest.