Otto Eduard Leopold von Bismarck-Schönhausen (1815–1898) - “Bismarck” è sufficiente per i nostri scopi - fu il primo “Cancelliere di Ferro” della Germania e il principale artefice della nascita dell’Impero tedesco. Dopo essere già stato il Primo Ministro della Prussia per undici anni, fu Cancelliere del Reich - nonché “l’uomo più potente d’Europa” - tra 1871 e 1890.
Chiuso e difficile, aveva - più che per le persone - una passione smodata per i cani, giganteschi alani che l’accompagnavano ovunque. Ne teneva sempre due, un maschio e una femmina (la cagna “consorte”). Mentre le figure politiche di oggi perlopiù tengono i cani per risultare simpatici ai loro elettori, era il convincimento dei diplomatici a Berlino che Bismarck li tenesse con sé, oltreché per genuino affetto, soprattutto per intimidire i suoi interlocutori.
I cani di Bismarck diventarono noti al grande pubblico quando, al Congresso di Berlino del 1878, il suo alano Tyras attaccò il Cancelliere russo, Alexander Gorchakov. Il Congresso si svolse per “rettificare” il Trattato di Santo Stefano, con il quale la Russia, dopo aver sconfitto la Turchia nella Guerra del 1877-78, aveva accresciuto - “eccessivamente”, secondo qualcuno - il suo potere nei Balcani. Da quel punto, per il pubblico tedesco, Tyras e i suoi compagni e discendenti diventarono noti popolarmente come i “Reichshunden”, i “Cani dell’Impero” e una sorta di marchio di fabbrica del Cancelliere.
Il ricordo dell’onta non dev’essere stato lontano dai pensieri di Vladimir Putin quando, nel 2007, decise di farsi accompagnare dal suo grande labrador nero Konnie per ricevere un altro “Cancelliere di Ferro” tedesco, Angela Merkel - notoriamente terrorizzata dai cani dopo essere stata morsa in gioventù. Le foto dell’episodio - svoltosi 129 anni dopo l’altro - ritraggono la Merkel, rigida per la paura, mentre Konnie l’annusa tutta e Putin le sorride simpaticamente.
L’immagine sopra ritrae Bismarck insieme con Tyras II e la cagna consorte Rebecca nel 1891.