Il 13 e il 14 maggio a Bruxelles, alla presenza di Donald Tusk, Jean-Claude Juncker e del presidente rumeno Klaus Iohannis, si è celebrato il decimo anniversario del Partenariato orientale.
Inaugurata nel 2009 su impulso della Svezia e delle Polonia, l'iniziativa punta a mantenere e ad approfondire le relazioni tra gli Stati membri dell’Unione e sei ex repubbliche sovietiche: Armenia, Azerbaigian, Georgia, Moldavia, Ucraina e Bielorussia.
Risultati dolce-amari. Se il partenariato può vantare alcuni indubbi successi, come la “rivoluzione di velluto” in Armenia, le sue prospettive restano assai confuse: l’assenza di un calendario preciso per l’integrazione all’Unione e l’approccio sempre più bilaterale e differenziato sollevano delle questioni sul valore dell’iniziativa. Leggi il seguito
Nota bene:La Polonia chiede la realizzazione di uno spazio economico regionale per i paesi del Partenariato orientale, sul modello del partenariato economico tra i quattro paesi del Gruppo di Vsiegrad prima della loro adesione all’Unione. L’obiettivo sarebbe integrare prima di tutto le economie dei paesi partner e liberalizzare i servizi finanziari e la circolazione dei professionisti qualificati.
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