A poche settimane dalla Brexit e di fronte al rischio sempre più concreto di un no-deal, Londra si ritrova in una posizione delicata di fronte a Pechino. In effetti, in ragione della divisione politica che regna attualmente da parte britannica, la Cina affronta i negoziati per una nuova partnership da una posizione di forza.
Tra il 2000 e il 2016, il Regno Unito è stata la prima destinazione degli investimenti cinesi nell’Unione Europea (Ue), con 23,6 miliardi di euro, il 23% del totale.
I due paesi desiderano mettere a punto un accordo di libero scambio “di primo grado”, secondo un comunicato comune dello scorso agosto.
Gli investimenti cinesi, però, non smettono di suscitare un certo grado di inquietudine, perché riguardano soprattutto le infrastrutture e il settore energetico (come la centrale nucleare di Hinkley Point). Il governo è dunque meno entusiasta dei settori finanziari, cosa che rende a volte la politica britannica esitante nei confronti della Cina. Leggi il seguito
Tra il 2000 e il 2016, il Regno Unito è stata la prima destinazione degli investimenti cinesi nell’Unione Europea (Ue), con 23,6 miliardi di euro, il 23% del totale.
I due paesi desiderano mettere a punto un accordo di libero scambio “di primo grado”, secondo un comunicato comune dello scorso agosto.
Gli investimenti cinesi, però, non smettono di suscitare un certo grado di inquietudine, perché riguardano soprattutto le infrastrutture e il settore energetico (come la centrale nucleare di Hinkley Point). Il governo è dunque meno entusiasta dei settori finanziari, cosa che rende a volte la politica britannica esitante nei confronti della Cina. Leggi il seguito